Zales TBD

Blog di sana e robusta risoluzione

Le sue rose ora sono mie

Urlare in treno, tornando da dove non volevo andare, ma non potevo sottrarmi, semplicemente non potevo non fare 400km per vedere un cadavere di un amico per l’ultima volta, e vedere calpestate le sue volontà da chi non poteva nè voleva fare in modo diverso, guidati dalla cristiana indissolubile ignoranza.

Almeno c’erano le rose, le mie rose, quelle che mi ha insegnato a curare mia madre, che ti piacevano, con i petali rosa e il bordo arancione, mi sono rovinato le mani per prendere le più alte, sopra il cancello di ferro battuto del mulino.

Con la spada di legno che mi hai fatto in cambio di una molletta e dell’asso di danari per fare la marmitta alla bici, e lo scudo, fatto con un vassoio di cartone della pasticceria di fronte all’asilo, che profuma ancora di cannella. Mio nonno cerca ancora quell’asso, quando vado a trovarlo.

Quando ho ritrovato la chiave della cantina ho chiamato i vecchi della via, e abbiamo riscoperto i tesori, e abbiamo bevuto il vino del nonno, e abbiamo brindato, e hai quasi pianto quando ho tirato fuori la scatola dei bottoni, e la bambola di tua sorella.

Con la camicia sporca di sangue e di rugiada, con una spada di legno in una mano, lo scudo di cartone sulla schiena, e un mazzo di rose con il bordo arancio nell’altra mano, aspettando in piedi sul treno più lento del mondo.

Ti ho salutato in assetto da combattimento, con la spada alzata e imbracciando lo scudo con il tuo nome scritto a pennarello rosso ho lasciato andare il mazzo di rose in fondo alla buca, e sono tornato alla stazione, che i sacerdoti dicano quello che vogliono.

Tu sei in quei giochi da bambino, e almeno quelli saranno cenere, e saranno sparsi dove volevi tu, ai piedi del nocciolo dietro il mulino.

Ma l’asso lo terrò, e quando sarà il momento gli dirò che quella marmitta è appartenuta ad un grande condottiero, che mi ha salvato la vita in mille situazioni impossibili, che correva come il vento, e che non aveva paura dei cani-draghi, e che pescava come un giapponese, e che cacciava i corvi-chimera, e che amava quella sfera di cuoio come tutti i veri condottieri.

Quel piccolo cespuglio di rose rosse, ma con il bordo rosa, che è nato sotto il nocciolo dietro il mulino, resisterà a questo inverno.


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