Zales TBD

Blog di sana e robusta risoluzione

Quel bambino che…

E mi raccontava sempre di quando, da piccola stava giocando in cortile, che poi era la strada, perché non c’erano i cancelli che ci sono adesso. I grandi erano tutti senza sorriso, ed un bambino grassottello con la spada di legno e la bicicletta con le rotelle grosse giocava al cavaliere.

Non era un bambino del paese, non lo aveva mia visto il mattino all’asilo. Eppure era lì che giocava per la via, con la bicicletta sporca come gli altri, la spada di legno con il manico di nastro rosso. Era un förestè, uno di fuori, uno che non sa il dialetto.

Hanno giocato ai cavalieri, perché le femminucce erano tre ed i maschietti molti di più. E lui non ha voluto salvare la bella bimba bionda, o quella con i capelli lunghi e gli occhi azzurri, li aveva lui gli occhi azzurri. Lui voleva salvare la bimba con i capelli rossi e ricci, che lo faceva ridere.

E mi raccontava di come l’ha salvata dal drago, di come l’ha fatta sentire per la prima volta una bella bambina, e non un maschiaccio arruffato con le ginocchia sbucciate e la zazzera ribelle.

Mentre me lo raccontava le si bagnavano gli occhi, ma teneva le lacrime, non le lasciava scappare fino alla fine.  Quando diceva: «Quel bambino eri tu, ho chiesto a mia nonna, e quel bambino eri tu…» e non riusciva più a trattenersi.

 


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